Vallemaio

La ginestra, questo arbusto che cresce spontaneo nelle valli e nei costoni delle montagne, indorando con i suoi fiori gialli il paesaggio, rappresenta nella sua semplicità e nella sua bellezza il carattere di Vallemaio. Un paese in cui regna incontrastato il giallo, il colore dell’oro, delle ginestre e del grano. La Valle che dà il nome al paese è adagiata ai piedi del Massiccio del Maio che è la cima più alta di quella piccola catena montuosa e collinare insieme che va sotto il nome di Monti Vescini. Il paese, fondato circa 1400 anni orsono è piantato su di un balzo roccioso, di forma esagonale irregolare, alto oltre una quarantina di metri, posto come cuneo di chiusura nella volta della vallata, poggiante verso l’attiguo e confinante comune di S. Andrea del Garigliano Cenni storici Non si hanno notizie precise sulla formazione di questo piccolo centro: la vallata, naturale luogo di transito di pastori, potrebbe essere stata abitata già dalle prime popolazioni italiche, mentre in età romana potrebbe essere stata meta di piccoli, sparsi, insediamenti rurali. Le prime notizie di insediamento effettivo risalgono al basso medioevo, quando per sfuggire alle invasioni barbariche le popolazioni iniziarono a salire verso i monti, si unirono in piccole colonie pastorali, fortificarono i luoghi e li tennero fino a che i Bizantini prima ed i Longobardi poi non istituirono forme di vivere organizzato. Nell’alto medio evo infatti doveva essere già un centro importante per essere stato oggetto di donazione nel 1040, con il nome di Castello, insieme alla quarta parte della Contea di Suio, all’Abbazia Cassinese, da parte del Conte Ugo, figlio di Docibile, Ipata di Gaeta. Il Castrum Vallisfrigidae in erecto monte situ era un castello importante perché marcava il confine del Ducato gaetano e posto in posizione forte ai confini del Ducato beneventano, via di accesso attraverso la quale il dominio Cassinese poteva essere facilmente attaccato, invaso ed occupato. Con l’acquisizione ottenne, insieme alla Contea di Suio di cui faceva parte, la prima Charta libertatis seu Privilegium concessa nel 1079 dall’Abate Desiderio, con la quale si stabiliva l’abolizione della servitù della gleba, della vendita e della schiavitù delle fanciulle, il libero matrimonio, l’abolizione dello jus primae noctis e si sanciva l’autonomia amministrativa della giustizia ed il riconoscimento degli usi e consuetudini locali come leggi amministrative. Vallefredda diventava Universitas civium in unum congregata. Il castello, comunque, esisteva già nel secolo XI quando venne occupato dalle bande di Rodolfo il Normanno. Nel 1130 e nel 1137 i cittadini si ribellarono all’Amministrazione del Monastero, e sostennero le parti di Ruggero il Normanno. Successivamente, cessate le ostilità, il paese venne riconsegnato all’Abbazia. Nel 1299, Vallefredda venne occupata ed incendiata dalle truppe sveve, comandate da Marcualdo. Nel 1421 il paese fu occupato per qualche tempo dalla Compagnia di Braccio da Montone, che lo tenne in nome di Martino V. Nel 1487, passò sotto la giurisdizione del Regno di Napoli e venne amministrato da un Ufficiale regio. Vallefredda si costituì in Comune nel 1907 e fece parte della antica Terra di Lavoro. Nel 1927 entrò a far parte della provincia di Frosinone. Vallemaio è oggi un piccolo centro agricolo con un notevole patrimonio zootecnico. Itinerari. A Vallemaio si arriva dalla superstrada, si attraversa S. Giorgio a Liri e si imbocca la strada provinciale che conduce a Vallemaio e a S.Andrea. Dopo circa 7 km si arriva in piazza SS. Annunziata. Qui si può lasciare la macchina e, prima di addentrarsi sulla strada che porta al castello, non si può resistere alla tentazione di entrare nella chiesa, dichiarata monumento nazionale, che dà il nome alla piazza. È una visita che richiede tempo per l’austera bellezza dell’insieme e per l’attraente splendore dei particolari. La porta esterna d’ingresso, caratterizzata da dimensioni e aspetto monumentali, reca la data di costruzione: 1553. L’interno è ad una sola navata, coperto a volte: un grande arco semicircolare delimita il presbiterio, con l’altare dell’Annunziata o altare Maggiore. In origine, oltre all’attuale altare, vi erano, addossati alle pareti della navata, cinque altari. In questa chiesa, rifatta quasi ex novo verso la seconda metà del 1900, è conservata una pala d’altare attribuita a Cesare Calesio. Del trittico originale del 1564 è rimasta solo la parte centrale che rappresenta la scena dell’Annunciazione con S. Benedetto, S. Nicola, a figura piena e, negli scomparti superiori, S. Pietro e S. Paolo a mezzo busto. Il pavimento dell’altare maggiore è in cotto, con mattonelle di maiolica a motivi vari, e con rappresentazioni di persone, animali e cose, opera realizzata da maestri locali.

  • Abitanti 1.053
  • Altitudine (mt. slm) 337
  • Superficie territorio (Ha.) 1.953

Numeri utili

  • Municipio: Tel. 0776-957123
  • ProLoco: Tel. 0776-95706

SITO ISTITUZIONALE

Posizione

Comune Vallemaio 03040 Vallemaio FR

Italia
Frosinone IT

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